Ci sono pervenute testimonianze di imprese funebri operative già nell’antico Egitto. Alcuni archeologi, nel luglio del 2018, hanno trovato una di queste particolari agenzie funebri nel deserto di Saqqara. Era ubicata sulle rive del Nilo, a meno di 35 km a sud del Cairo.
Innanzitutto, queste antiche onoranze funebri - in pratica dei laboratori di mummificazione – avevano una fiorente attività e i gestori erano dei validi imprenditori, piuttosto abili nel proporre molte e valide alternative ai familiari dei defunti, consentendo a tutti di organizzare un dignitoso funerale, anche a chi non aveva grandi possibilità economiche.
Nell’antica Roma i riti funebri iniziavano addirittura prima del decesso. Quando una persona stava per morire si convocava il “pater familias” (o il familiare più anziano della casa) che doveva chiudere gli occhi della persona morente e raccogliere il suo ultimo respiro. Seguiva a tale fase quella della “conclamatio”, cioè il lamento funebre che i parenti cantavano, pronunciando il nome della persona scomparsa, allo scopo di porgerle l’ultimo saluto. Successivamente, il defunto era esposto in pubblico, in una sorta di camera ardente. A seguire, c’era il corteo funebre, durante il quale era pronunciato l’elogio funebre in onore del defunto. Poi la salma era bruciata su un rogo o si effettuava l’inumazione.
La morte era un evento che rivestiva grande importanza per i Romani, degno di profondo rispetto. Si pensava che chiunque avesse diritto a un funerale, anche chi non possedeva nulla, perciò, se a morire erano delle persone povere, che non disponevano di denaro per pagare la cerimonia, era lo Stato ad assumersi tale onere.