Innanzitutto, la sepoltura di un defunto è un rito molto antico, ed è considerato come uno dei primi atti di civiltà dell’essere umano. Dare sepoltura a qualcuno significa dare alle sue spoglie mortali una dignità e fornire loro una collocazione. Sia che si tratti del funerale di un credente o di una persona non credente, è comunque un atto di profondo rispetto verso il defunto. Esistono tre tipi di sepoltura: inumazione, tumulazione, cremazione. In alcuni casi è il defunto che, attraverso le sue ultime volontà, indica il tipo di sepoltura preferita. In generale, è il coniuge o i familiari più prossimi che scelgono l’ultima destinazione della persona cara deceduta.
L’inumazione detta anche semplicemente “sepoltura a terra” o “sepoltura in terra”, prevede che il defunto sia seppellito all’interno di un feretro in una fossa scavata in precedenza nella nuda terra. La legge italiana stabilisce che si può inumare una salma solo in determinati terreni, dentro un cimitero. Sono inoltre regolamentate in modo preciso anche le modalità di scavo e le misure della fossa. Il feretro utilizzato per l’inumazione è un semplice cofano funebre di legno, che al suo interno contiene il corpo del defunto. Tale accorgimento permette alla salma di decomporsi più rapidamente rispetto alla tumulazione in loculo, di solito in un periodo di dieci anni. Dopo che il feretro sarà stato introdotto nella fossa e ricoperto di terra, si dovrà realizzare un tumulo di terreno che avrà le dimensioni fissate dal regolamento. Successivamente, alla testa del tumulo si piazzerà una lapide provvisoria (cippo), in pratica una stele di pietra sulla quale sono riportati il numero di sepoltura, il nome, il cognome, la data di nascita e quella di morte del defunto. Nel rispetto delle disposizioni comunali, è anche possibile affiancare al cippo una croce di legno. Per chi sceglie questo tipo di sepoltura, va ricordato che si deve attendere che il terreno si assesti, quindi, bisogna aspettare qualche mese, prima di edificare in versione definitiva una tomba in marmo o granito o in altri materiali lapidei.
È una procedura usuale in cui incorre chi ha scelto l’inumazione come sepoltura. In pratica, dopo dieci anni (in alcuni comuni è il limite massimo concesso per l’utilizzo del terreno di inumazione) la salma viene esumata per controllare lo stato di decomposizione. Se il corpo si è effettivamente decomposto (mineralizzazione ossea) si può decidere di spostare i resti in un ossario oppure collocare il defunto in un colombario o eventualmente, in una tomba cineraria di famiglia.
Questo tipo di sepoltura è attualmente tra i metodi più utilizzati per seppellire un defunto. In questo caso, il feretro viene murato dentro loculi cimiteriali, cioè tombe fuori terra assegnate tramite “concessione cimiteriale”, oppure tumulato in tombe di famiglia, all’interno del cimitero. In caso di strong>tumulazione in loculo, la bara deve essere conforme a regole precise, per cui dovrà avere al suo interno una controcassa in zinco, saldata alla cassa in modo ermetico. Questo doppio strato (legno e metallo) permette al corpo di conservarsi più a lungo, per un periodo che di solito è di venti anni. Dopo un certo numero di anni (in genere quaranta), quando la concessione cimiteriale scade, si dovrà procedere all’esumazione o all’estumulazione ordinaria, e i resti del defunto saranno posti dentro una cassetta ossaria e di nuovo tumulati.
Una valida alternativa al loculo concesso dal Comune è la realizzazione di tombe private oppure cappelle cimiteriali moderne o anche tombe monumentali. In questi casi, si ha maggiore libertà per quanto riguarda la collocazione dei resti dei propri defunti. Ovviamente, dato che tali tombe sono poste dentro un cimitero comunale, lo spazio per l’edificazione necessita comunque della concessione cimiteriale da parte del Comune stesso.
Questo tipo di sepoltura che si sta diffondendo rapidamente prevede la riduzione di una salma in cenere. Una volta che si è in possesso dei resti ottenuti dalla cremazione si può decidere se tumulare le ceneri oppure disperderle in mare o nell’ambiente (rispettando la normativa in merito) o ancora conservarle in abitazione. Per poter procedere con la cremazione, si deve disporre della volontà scritta del defunto confermata attraverso un testamento, mediante comunicazione fatta al coniuge o ai familiari, o tramite iscrizione a un’associazione pro cremazione. Nel caso della cremazione, bisogna tenere conto che si deve scegliere un certo tipo di bara (non tutti i feretri sono adatti a tale tipo di procedimento). In Italia, dopo la cremazione, le ceneri sono poste in un’urna cineraria che è consegnata ai familiari. Le urne cinerarie sono realizzate con molti materiali diversi: pietra, marmo, bronzo, alabastro, ceramica, vetro. Tali contenitori possono anche essere decorati e intagliati o personalizzati in vari altri modi. Una volta scelto il modello di urna, le ceneri saranno poste al suo interno, il contenitore sarà saldato e su di esso sarà collocato un sigillo, al fine di evitare che le ceneri siano disperse senza autorizzazione. A seconda dei desideri dei parenti, sull’urna si possono inserire i dati del defunto.